Oh, ma voi lo sapete che a Spoleto, dentro una certa palestra (che nun nominiamo, ma chi sa… sa 😏), è stato fatto un impianto de riscaldamento tutto nuovo, fiammante, moderno, robba da fantascienza?
Costo totale dei lavori? Una roba come 130.000 euro. Che te dici:
“Beh, mo ce potemo scaldà pure pe’ giocarci in costume da bagno!”
E invece… niente.
Perché se durante le ore di scuola qualcosina s’accendeva (tipo tiepido, ma almeno se respirava), negli orari extra scolastici – quelli dove allenamenti e partite se fanno per davvero – er riscaldamento manco l’ombra!
E gli atleti là, a sbattere i denti co’ le ginocchiere congelate, che a un certo punto invece del riscaldamento prima de giocà, ce voleva la coperta de pile e ‘n termos de vin brulè.
Le squadre de pallavolo (sia amatoriale che de li campionati federali ufficiali), che da anni fanno sacrifici pe’ portà avanti l’attività, so’ finite a gioca’ in una ghiacciaia che manco Elsa de Frozen l’avrebbe retta. Le battute le facevi co’ le mani rigide, e dopo tre tuffi sul parquet ghiacciato te serviva l’ortopedico, altro che fisioterapia.
E allora uno se domanda:
“Ma tutti ‘sti soldi… per che? Per scaldà i fantasmi?”
Semo arrivati a fine anno sportivo, co’ le ossa a pezzi e la voglia de tirà na battuta al termosifone per vedere se almeno quello reagisce.
Mo speriamo che almeno per l’anno prossimo, co’ le prime nebbie d’autunno, qualcuno se ricordi de girà ‘sto benedetto interruttore. Perché lo sport è bello, ma a 3 gradi se fa duro… e pure pericoloso.
Semo ragazzi, nun pinguini. E pure i pinguini, se potessero, ‘na stufetta se la comprerebbero.
